Dal 2010 in poi, la somma media richiesta dagli italiani per un mutuo con finalità di acquisto e di surroga è stata di circa 110 mila euro (con cifre sopra la media al nord ovest, e sotto la media al sud e nelle Isole). Fini a poco prima invece un mutuo da 200 mila rappresentava la somma maggiormente richiesta, sia per il livello dei prezzi del momento che per la tendenza ad approfittare di mutui che permettevano un LTV superiore all’80% (fino al 100%). Ma chi farebbe oggi un mutuo da 200 mila, e quali sono le caratteristiche?
Le banche stabiliscono limiti di erogazione che difficilmente sono inferiori ai 300 mila euro, però un mutuo da 200 mila euro può incontrare una forma di svantaggio, che specialmente su durate lunghe (almeno pari o superiori a 20 anni), può provocare un forte esborso di interessi. Questo problema si ha logicamente con quelle banche che aumentano gli spread in funzione delle tranche di importo concesse, con soglie che spesso vengono fatte partire da 150 mila (od, appunto, da 200 mila euro).
In questi casi, a costo di qualche sacrificio in più, bisogna lavorare in modo tale da non passare alla tranche di spread successiva che, anche se sulla rata avrebbe un impatto di qualche decina di euro, nel lungo periodo, si tradurrebbe in decine di migliaia di interessi in più. Invece per quanto riguarda i limiti di accessibilità a forme di mutuo agevolato, la soglia di 200 mila è abbastanza accettata (sia per il fondo giovani che per numerose moratorie), ma può rappresentare una somma non utilizzabile per accordi o convenzioni riservate a determinate categorie (vedi anche Mutui convenzionati), a meno che non si voglia rinunciare a uno dei privilegi negoziati (assolutamente da evitare).
L’importo di una rata di un mutuo da 200 mila euro è estremamente variabile, dato che dipende dalla durata scelta, dal tipo di tasso e dalla sua entità. Per comprenderne il peso, consideriamo l’ipotesi di 200000 euro richiesti ad un tasso del 4% da restituire in 20 anni, 25 anni oppure 30 anni*: