Il 2023 si prospetta come un anno difficile dal punto di vista economico. Infatti, oltre al rincaro dei generi alimentari e dell’energia che ha caratterizzato tutto il 2022, si prevede che nel corso del prossimo anno continuerà anche l’aumento dei tassi di interesse dei mutui intravisto in questi ultimi mesi. Cerchiamo di capire le cause e cosa si può fare per difendersi, per non andare in panico davanti a rate di mutuo sempre più salate.
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A prescindere dalla guerra in Ucraina e da tutto ciò che questo conflitto ha comportato sul piano economico ed energetico, era inevitabile che i tassi di interesse dei mutui, dopo diversi anni di livelli ai minimi storici, tornassero a salire. La causa è da trovarsi principalmente nella scelta della Bce di aumentare il tasso di sconto.
Negli ultimi anni la Banca Centrale Europea, vista la situazione economica, aveva mantenuto una politica monetaria molto espansiva mettendo da parte l’obiettivo di tenere il tasso di inflazione fermo al 2%. Per sostenere tale politica aveva portato addirittura a zero il costo del denaro (tasso di sconto). Tuttavia, l’aumento dell’inflazione, che a fine estate 2022 ha superato il 9%, ha spinto la Bce ad invertire la rotta, portando gradualmente il tasso di sconto da 0 al 2%. L’aumento del costo del denaro è infatti un’azione che punta a ridurre l’inflazione.
Ma ovviamente, dovendo le banche pagare di più per ottenere denaro in prestito dalla Banca Centrale, a loro volta scaricano questo aumento su mutui e prestiti. Le conseguenze, però, non sono uguali per tutti i mutuatari, poiché bisogna fare delle distinzioni tra mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile.
Per questi mutui bisogna distinguere tra quelli già esistenti e quelli che devono essere ancora stipulati.
Per i mutui già in essere non c’è alcun cambiamento visto che si continueranno a pagare le rate pattuite nel contratto di mutuo.
Per quelli invece ancora in fase di stipula bisogna distinguere tra quelli che verranno sottoscritti entro il termine stabilito con la banca, per i quali si applicherà il tasso riportato nel contratto preliminare, e quelli che non verranno sottoscritti in tempo e che quindi potranno subire un adeguamento del tasso di mutuo a quello vigente.
Infine, per quanto riguarda i mutui che si richiederanno in un prossimo futuro si applicheranno i tassi fissi del momento della stipula vera e propria che con molta probabilità, almeno per il 2023, saranno più elevati proprio per l’aumento del costo del denaro.
Qui sia i mutui già esistenti che quelli da stipulare vedranno un aumento del tasso di interesse e quindi della rata. Ad aumentare non sarà lo spread ma proprio il tasso di indicizzazione (vale sia per l’Euribor che per il tasso Bce). Quindi, chi ha un mutuo a tasso variabile in corso dovrà pagare delle rate più pesanti. Di conseguenza, coloro che hanno già delle rate al limite della sopportazione potrebbero facilmente trovarsi in difficoltà.
Per questi mutuatari è consigliato rinegoziare il mutuo cercando, dove possibile, di allungare la durata del piano di ammortamento per evitare che le rate vadano fuori controllo. Ugualmente, chi deve stipulare un mutuo ex novo farà i conti con un tasso più alto rispetto a mutui simili accesi in passato.
Chi ha in corso un mutuo a tasso variabile è molto probabile che nel corso dei prossimi mesi possa vedere un progressivo aumento della rata a seguito di ulteriori rialzi del tasso di sconto già messi in conto dalla Bce per il 2023. L’impatto a livello ‘temporale’ varia però a seconda che si tratti di mutui con indicizzazione Bce o Euribor, e per questi ultimi se a un mese, tre mesi o sei mesi. Nel caso del mutuo indicizzato al tasso Bce (sempre a un mese) e all’Euribor a 1 mese non ci sono differenze, poiché l’effetto è in entrambi i casi visibile già nel mese successivo a quello dell’aumento (considerate però le epoche di revisione ovvero le date in cui si rileva il tasso di riferimento).
Invece per i mutui con indicizzazione all’Euribor a 3 mesi o 6 mesi ci può essere uno slittamento degli aumenti, proprio a causa delle epoche di revisione (per conoscere quando ci sono bisogna guardare il contratto di mutuo in quanto devono essere specificate).
Come appena evidenziato, a livello di andamento dei mutui, inevitabilmente si va incontro ad un periodo che sarà caratterizzato da ulteriori aumenti del tasso di sconto (così come annunciato dalla stessa Bce). Per cui il tasso variabile è quello che oggi comporta un maggiore rischio di ritrovarsi con una rata che non si riesce a pagare. Il tasso fisso parte più alto all’inizio, ma rimane costante nel tempo, qualsiasi cosa accada. E rimane sempre la possibilità, una volta che si siano tranquillizzate le acque, di poter cambiare il tasso e magari passare ad una versione più light della rata scegliendo un variabile.
In un periodo di grandi incognite come quello attuale, in cui le previsioni sul futuro sono spesso smentite da altre situazioni impreviste, l’errore da non commettere assolutamente è quello di voler comprare una casa ad ogni costo accettando anche di pagare una rata di mutuo quasi insostenibile. Si tratta di una scelta imprudente e che purtroppo in un passato non troppo lontano ha portato tante famiglie a sopra indebitarsi fino a perdere la propria casa.
In periodi storici come quello attuale non c’è tasso variabile o fisso che tenga: il fattore rischio è pesante tanto per le banche che per i mutuatari. Per cui, se da un esame di prefattibilità dovesse emergere che si è in una situazione economica non ottimale, anche se ci sono chance di ottenere il mutuo potrebbe essere meglio scegliere la prudenza e preferire il non impegnarsi per un lungo periodo, cercando altre soluzioni abitative.