La scelta del tipo di tasso deve prendere in considerazione differenti aspetti, come il fattore psicologico e la rilevanza che ha per il potenziale mutuatario la tranquillità di una rata certa e sempre uguale, la durata del mutuo, il livello dei tassi attuali ed i progetti oltre che gli obiettivi che si intendono realizzare nel futuro.
Per questa ragione chi si è domandato se fosse meglio il mutuo a tasso fisso o variabile nel 2013, oppure nel 2012 o 2011, o ad esempio nel 2007, prima della crisi, non è giunto sempre alla stessa conclusione a prescindere della stessa situazione economica che caratterizzava il relativo periodo.
Alcuni consigli per così dire ‘universali’ possono però aiutare a trovare la strada più sicura verso una scelta consapevole ed economicamente più adatta alle personali caratteristiche.
Le previsioni sull’andamento dei tassi possono essere fatte solo per un futuro prossimo, e dato che i mutui si estendono sull’arco di alcuni decenni, la scelta fatta può essere giusta per qualche anno e poi dimostrarsi non più corretta.
Quest’ultimo aspetto dovrebbe però spingere a mantenere un atteggiamento attivo, così da apportare le necessarie modifiche, via via che si presentano le giuste opportunità offerte dal mercato dei tassi e dei mutui.
Quindi il primo consiglio è quello di non pensare che la scelta del mutuo sia una scelta fatta per “sempre”, ma bisogna essere disposti a metterla in discussione e a correggerla. Il mercato dei mutui non è più rigido, quindi se ci sono buone proposte su mutui flessibili, strutturati o con opzione, andrebbero sicuramente presi in considerazione.
Organizzare i vari aspetti da considerate (tranquillità, risparmio, durata, importo, aspettative, progetti futuri, ecc) secondo un ordine di importanza. Quindi associare ogni aspetto ad una caratteristica di uno o più mutui individuati, sulla base di una vera e propria pianificazione finanziaria (che è facile da attuare e permette di mantenere il polso della situazione, anche a fronte di improvvisi cambiamenti delle situazioni interne ed esterne).
Se tuttavia si rimane indecisi tra tasso fisso e tasso variabile, non bisognerebbe cercare soluzioni intermedie eccessivamente rigide, come il classico mutuo a tasso misto, facendo molta attenzione anche ai mutui con cap che spesso risultano più onerosi, complessivamente, dei mutui a tasso fisso (specie quando questi si fermano intorno ad un 4-6%)