Il mutuo rappresenta solo una delle possibili alternative previste per poter utilizzare un bene immobile, diventandone nel frattempo anche proprietario, e non è nemmeno la forma più flessibile. Per lo stesso scopo, ad esempio, si può scegliere il leasing immobiliare, vantaggioso soprattutto per le aziende, ma reso interessante anche per i professionisti e lavoratori autonomi, soprattutto dopo le recenti novità introdotte a partire dal 2014 sulla sua deducibilità.
Viene stipulato un contratto di leasing che prevede normalmente una maxi rata iniziale e una maxi rata finale, oltre a dei canoni, che possono avere una durata fino a 20 anni. La rata iniziale ha normalmente un valore non inferiore al 10% dell’importo totale del prezzo dell’immobile (più è elevata, minore sarà l’importo richiesto nella maxi rata finale). Il pagamento dei canoni di leasing avviene secondo una tempistica pattuita nel contratto, con cadenza che può essere mensile o con intervalli di tempo più elevati.
I vantaggi del leasing immobiliare stanno soprattutto nel regime fiscale, ma anche nei tempi in cui si ammortizza la spesa, che sono, in media, intorno ai 9 anni, mentre per i mutui si deve attendere la fine della durata del piano di rimborso.
Il leasing immobiliare è divenuto deducibile anche per i lavoratori autonomi, ed inoltre le procedure di deduzione dei canoni è diventata più rapida. Tra le novità più importanti, per le quali c’è stato anche un intervento di chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate, ci sono:
Ai privati può essere offerta la possibilità di accedere al leasing immobiliare al posto di un mutuo, ma ci sono delle evidenti limitazioni, che riguardano sia gli interessi applicati, che la tipologia di venditore che procede nella compravendita. Inoltre ci sono degli svantaggi collegati anche alla detrazione degli interessi passivi.