Il piccolo prestito può assumere tantissime forme, alcune più istituzionalizzate e definite da regole ben precise, come nel caso del piccolo prestito Inpdap, e del piccolo prestito ipost (ovvero dedicato ai dipendenti di Poste Italiane).
Di contro con lo stesso termine si può indicare un prestito di tipo personale, oppure una linea di credito revolving (o sotto forma di fido), che concede una liquidità di importo modesto, da rimborsare in un arco temporale che difficilmente raggiungerà i 5 anni di rimborso.
Nel solo caso del piccolo prestito inpdap ed ipost, essendo previste delle condizioni passibili di oggettive limitazioni, bisogna seguire obbligatoriamente un iter ben specifico e che non consente alcuna forma di flessibilità di accesso.
In tutti gli altri casi si ha sia la possibilità di accesso online (per le banche che ovviamente ne concedono la procedura) che in modo tradizionale. Nonostante gli importi normalmente previsti siano a partire da 1000 euro (in alcuni casi anche 1500 euro, tranne che per la Specialcash di Postepay con importo minimo di 500 euro), e quelli massimi di circa 3 mila euro (a volte ci si spinge fino ai 5 mila euro), si tratta di finanziamenti in piena regola per cui ottenerli senza garanzie reddituali non è possibile, mentre possono essere accettate forme di dichiarazione o attestazione dei redditi dei quali si è titolari, anche differenti dalla più classica busta paga (vedi anche Finanziamenti senza busta paga).
Ovviamente per i dipendenti pubblici che possono richiedere il piccolo prestito inpdap, oppure per quelli delle poste per quello Ipost, non c’è la necessità di dimostrare il reddito percepito.
A differenza di quanto si possa credere, normalmente un prestito di piccole dimensioni, rimborsato in un periodo a partire dai 12 mesi, non usufruisce dei tassi di interesse, in termini di tan, più bassi (sempre scorporando il discorso da quello di tipo “pubblico”).
Allo stesso modo non si può sperare di ottenere le somme richieste, anche modeste, senza dover presentare delle garanzie reddituali appropriate, che tuttavia non richiedono quella corposità commisurata a somme di entità decisamente maggiore.
Quindi in linea di principio non si può fare una classificazione con delle indicazioni valide un po per tutte le varie proposte, se non per il fatto che, normalmente, il piccolo prestito viene fatto rientrare nei ‘prestiti veloci’, il che lo rende adatto alle necessità urgenti.