A differenza della maggioranza dei finanziamenti il rapporto rata/stipendio oppure rata/pensione che al massimo potrà essere accettato in una cessione del quinto è stabilito per legge ed è pari ad un quinto.
Si definisce invece quota cedibile la percentuale massima degli emolumenti percepiti mensilmente che possono essere impegnati dalla rata. Per la precisione questa è pari al massimo al 20% dello stipendio netto o della pensione netta. Vediamo insieme come calcolarla.
Indice articolo |
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Che si intende per pensione e stipendio netti? |
Se si percepiscono più pensioni? |
Il calcolo per i lavoratori dipendenti? |
Errore 205 INPS |
Conclusioni |
La somma dello stipendio o della pensione che la banca o la finanziaria devono considerare per il calcolo della rata massima della cessione del quinto è al netto delle ritenute fiscali e di altri tipi di ritenute (come ad esempio la presenza di eventuali pignoramenti). Tuttavia nel caso delle pensioni bisogna rispettare un accorgimento in più che è rappresentato dalla ‘salvaguardia’ della pensione minima. Non solo, non tutte le pensioni possono essere usate per il calcolo della quota cedibile.
In particolare non sono considerate valide per il calcolo della quota cedibile e non possono essere conteggiate nemmeno se si aggiungono ad una pensione di lavoro:
Le pensioni di reversibilità invece sono ‘usabili’ per richiedere la cessione del quinto essendo frutto di versamenti e contributi da lavoro, anche se sono stati fatti da un lavoratore o soggetto diverso rispetto a chi percepisce la pensione. Quindi ricapitolando:
Facciamo degli esempi pratici per comprendere come funziona questo aspetto.
Prendiamo due ipotesi generiche, per capire come e quando considerare l’importo massimo ottenibile nel caso di pensione:
Comunque il calcolo della quota cedibile va dimostrato tramite apposita certificazione rilasciata dall’Inps (tramite le sue varie sedi). Fanno normalmente eccezione le richieste di cessione effettuate presso finanziarie e banche che hanno convenzioni Inps, che generalmente tra i servizi agevolati prevedono un collegamento diretto alla banca dati dell’Ente ed un conseguente snellimento delle procedure di reperimento della documentazione necessaria.
Attenzione però: si tratta di un’agevolazione che può essere offerta in più dall’istituto di credito. Per legge, tra i documenti che il pensionato è tenuto a presentare, c’è infatti proprio la certificazione della quota cedibile.
Approfondimento: Guida ai prestiti per i pensionati.
Il principio di fondo rimane quello della sola esclusione delle pensioni con carattere “sociale e assistenziale” che non possono mai essere considerate. Se invece si percepiscono più pensioni da lavoro, allora il calcolo della quota cedibile si farà sul calcolo della somma totale sempre al netto di trattenute di vario tipo.
Come già evidenziato il calcolo per i lavoratori dipendenti è molto più semplice perché si parte dallo stipendio netto e si divide per 5 (ad esempio su uno stipendio di 600 euro netti mensili la quota cedibile sarà pari a 120 euro).
Diversi pensionati ex-INPDAP stanno riscontrando difficoltà nel rinnovare la propria cessione del quinto a causa di un problema sul rilascio della comunicazione di quota cedibile da parte dell’INPS.
In particolare questo disservizio riguarda coloro che hanno siglato una cessione del quinto quando erano in attività lavorativa e che oggi pensionati sono interessati al rinnovo del finanziamento, magari per ottenere liquidità aggiuntiva.
Il problema di riscontra sia in caso in cui si richieda il documento di quota cedibile online che presso gli uffici INPS, ed è da imputare alla migrazione del database da INPDAP a INPS.
Diverse e banche e finanziarie sono tuttavia in grado di risolvere questa problematica istruendo la pratica di prestito inizialmente senza il documento quota cedibile. Il documento potrà essere richiesto in un secondo momento, dopo l’estinzione della cessione del quinto in corso. In questo modo l’Inps non avrà alcun problema nel calcolare la nuova quota cedibile.
Ribadiamo che la quota cedibile rappresenta l’importo massimo che può essere trattenuto come “rata” della cessione del quinto. In funzione dell’importo richiesto con il finanziamento sarà infatti possibile pagare una rata inferiore alla quota cedibile stessa. Di contro quest’ultima non sempre assicura l’ottenimento di una cessione del quinto. Ciò accade ad esempio quando si è verso la fine del periodo lavorativo oppure in caso di un contratto a tempo determinato.
In entrambe le situazioni, infatti, l’importo della quota cedibile e la ridotta durata del rapporto lavorativo potrebbero non consentire al richiedente di raggiungere la soglia minima di somma che la banca (o la finanziaria) alla quale ci si è rivolti ritiene ‘consona’ per l’erogazione del prestito (in un range abbastanza ampio).
Ad esempio per UniCredit (approfondimento: Prestiti UniCredit) l’importo minimo concedibile con la cessione del quinto dello stipendio in caso di convenzione parte da ‘soli’ 200 euro mentre con Findomestic (approfondimento: Prestiti Findomestic) non è possibile richiedere meno di 1000 euro attraverso i prestiti personali (alla cui categoria appartiene appunto anche la cessione del quinto).