Nell’ultimo decennio la rinegoziazione del mutuo rappresenta una pratica oramai nota alla maggior parte dei mutuatari, sempre più consapevoli delle caratteristiche del contratto che vanno a sottoscrivere e dei margini per ottenere nel tempo dei cambiamenti.
Ma attenzione, anche per questa ‘pratica’ ci sono logicamente delle regole e delle limitazioni mentre dal punto di vista della convenienza non si può prescindere dal calcolo della rata del mutuo che si andrebbe a ottenere rispetto a quello già in corso.
In quest’articolo ci focalizzeremo sulla rinegoziazione di mutuo con Intesa Sanpaolo per il quale valgono tutti gli aspetti evidenziati brevemente fino ad ora, che devono però essere analizzati nel particolare ancor di più rispetto alla surroga e sostituzione.
Nella fase di richiesta della rinegoziazione del mutuo con Intesa Sanpaolo (ma è una condizione che vale con tutte le banche) si segue una procedura molto diversa rispetto a quella seguita al momento della richiesta ‘iniziale’ del mutuo. Questo perché la rinegoziazione è una procedura che prevede la modifica di alcune condizioni del contratto mentre la struttura non subisce alcun cambiamento. Ciò che si può modificare riguarda infatti le condizioni economiche (quindi il tasso applicato) ed eventualmente la durata del piano di ammortamento. Non si può invece mettere mano ai seguenti aspetti e cioè:
Ricapitolando le modifiche che possono essere accettate sono il passaggio da un fisso a un variabile o viceversa, oppure la modifica dello spread applicato. Di conseguenza per mutare il tasso finito è possibile intervenire sia sul tipo di tasso che sullo spread. In tutti i casi bisogna partire da un presupposto: la rinegoziazione necessita di un contratto già perfezionato e concluso. Solo ciò rende libere le parti di proporre e accettare le eventuali modifiche che dovranno essere accettate da entrambe le parti.
Quindi se a proporre la modifica è la banca (ipotesi improbabile) allora il mutuatario dovrà accettarle perché diventino operative, mentre se a proporle è il mutuatario sarà la banca che dovrà accettare le modifiche proposte. L’accettazione avviene tramite la firma di scritture integrative al contratto da parte di entrambe le parti. Invece la proposta avviene tramite invio di un documento formale come pec o raccomandata con ricevuta di ritorno.
Attenzione! Non c’è alcun obbligo da parte di nessuna delle parti di prendere in considerazione la modifica o le modifiche apportate. E nel caso in cui venissero valutate si possono anche ‘modificare’ proponendo dei cambiamenti.
La lettera (cartacea o per e mail) deve riportare innanzitutto il codice identificativo unico attribuito al proprio finanziamento e proporre in modo chiaro ciò che si desidera ottenere. La banca piemontese non propone una modulistica ‘ad hoc’ mentre non è difficile reperire fac simile generici online.
Attenzione: è importante che nell’oggetto sia chiarito il motivo dell’invio (si possono usare diciture come ‘richiesta rinegoziazione per…’ o simili).
Dopo l’invio generalmente ha inizio una fase di ‘negoziazione’ delle condizioni sui cambiamenti, anche se è una prassi diffusa che prima le proposte/richieste vengono fatte direttamente per voce, e poi vengono formalizzate una volta trovato l’accordo. Come interlocutore ci si deve rivolgere alla filiale Intesa Sanpaolo presso la quale è stato stipulato il contratto di mutuo.
La rinegoziazione del mutuo con Intesa Sanpaolo non prevede particolari cause di esclusione (può essere richiesta anche dopo che è stata fatta una surroga o una sostituzione portando il mutuo stipulato con un’altra banca). Come limiti ci possono invece essere i un ‘importo residuo’ troppo basso o quello di età anagrafica del richiedente elevata.
Inoltre, così come avviene anche per la surroga, per la rinegoziazione non si può usare il tool di simulazione ma bisogna rivolgersi direttamente a una delle filiali di Intesa Sanpaolo (quella con la quale si ha il mutuo in corso). Sulla tipologia di mutuo invece non ci sono particolari restrizioni.