Tra le idee che hanno portato alla nascita dell’Unione Europea troviamo anche la necessità di una maggiore omogeneità nel trattamento dei residenti comunitari anche in ambito finanziario. Un obiettivo in parte raggiunto, ma quando si tratta di ‘finanziamenti’ le differenze possono diventare ancora molto marcate. In particolare ci possono essere ancora delle discrepanze di trattamento quando ci si trova nella situazione di voler chiedere un mutuo con busta paga estera. Perché il possesso di una busta paga straniera potrebbe causare dei problemi? Andiamo a capirlo insieme.
Innanzitutto, chi decide che il possesso di una busta paga estera può non essere un requisito accettabile in fase di richiesta del mutuo? Si potrebbe pensare a delle limitazioni di carattere normativo ma non è così. Non bisogna dimenticare che è la banca l’effettivo ‘proponente’ del contratto di mutuo, per cui può stabilire le condizioni che il contratto deve presentare e i requisiti che deve avere il contraente.
Trattandosi di un contratto privato, che non ha carattere di obbligatorietà, il contraente (mutuatario) può cercare di negoziare su alcune condizioni, ma ovviamente la differenza della forza contrattuale è spropositata, per cui è difficile che si possano spuntare chissà quali migliorie.
Tornando al limite legato alla presentazione di una busta paga straniera non c’è quindi nulla di illegale nel fatto che la banca decida di non accettarla come ‘garanzia’ reddituale per concedere un mutuo. Una considerazione riproponibile anche nel mutuo ipotecario o fondiario, nonostante la garanzia principale sia rappresentata dall’immobile. Insomma, bisogna mettersi l’animo in pace, in quanto la banca è libera di decidere come meglio crede e sicuramente agisce per ridurre il rischio di ‘insolvenza’ ma anche per aumentare le possibilità di guadagno.
Chiariamo meglio quanto detto finora con un esempio generico, ipotizzando che la banca A debba valutare una richiesta di mutuo di acquisto prima casa di 200 mila euro e che il guadagno atteso nel corso degli anni con un rimborso regolare sia di 80 mila euro (oltre al recupero dei 200 mila euro di capitale prestato).
Ora facciamo l’ipotesi che il cliente B non riesca a rimborsare tutto l’importo e per questo la banca debba procedere al pignoramento dell’immobile ed alla conseguente vendita all’asta quando rimane un rimborso residuo di 100 mila euro, per il quale ha incassato 50 mila degli 80 mila euro di guadagno atteso. I costi per il pignoramento, asta e trasferimento ammontano a 20 mila euro, e alla fine l’immobile viene venduto al valore residuo del mutuo 100 mila euro.
Facendo due conti verrebbe da dire che la banca non ci ha perso nulla o meglio che abbia ottenuto sulla carta un guadagno pari a 30 mila euro, ma in realtà non è del tutto vero. Questo perché nel periodo di tempo in cui l’immobile non ha generato più rendimento (poiché il mutuatario non ha più rimborsato le rate), la banca ha in realtà subito delle ‘perdite’ da mettere in bilancio, legate ad esempio alle spese burocratiche od ancora al pagamento degli stipendi di chi si occupa di tale tipologia di pratica. Queste perdite fanno abbassare notevolmente il guadagno nominale così come incassato con la vendita, che ricordiamo è pari a 30 mila euro.
Approfondimento: Mutuo 200mila euro
È proprio la differenza tra ‘guadagno nominale’ e quello effettivo che fa la differenza sul calcolo della convenienza di un mutuo. Detto questo dovrebbe essere chiaro perché per una banca la decisione non può essere fatta sulla base della riduzione del rischio di perdite, ma va fatta sempre sul criterio di massimizzazione dei guadagni.
Questo esempio ci porta quindi a rinnovare quanto affermato fino ad ora: la legge non limita l’uso di una busta paga straniera per chiedere un mutuo, ma le banche possono farlo per tutelarsi e rendere più certi i propri guadagni.
Fatte queste doverose premesse, che potrebbero essere applicate anche ad altri ambiti, andiamo ora a capire perché una busta paga estera può essere troppo ‘rischiosa’ da accettare.
Il principale motivo che non permette di accettare una sola busta paga estera è rappresentato dalla difficoltà che la banca potrebbe avere nel rintracciare il datore di lavoro: si tratta di un soggetto (o società) straniero, che è sottoposto a leggi e forme di vigilanza differenti. Anche per conoscere il reale stato reddituale del dipendente ci sono enormi difficoltà e dall’estero potrebbe esserci anche il rifiuto di fornire alcuni tipi di informazione.
Va anche detto che in base a questo criterio anche un italiano residente all’estero può incontrare grandi difficoltà per ottenere un mutuo in Italia, anche se iscritto in modo regolare all’anagrafe Italiani Residenti all’estero. Un problema che può verificarsi anche in caso di richiesta di una surroga di un mutuo che è stato concesso quando non si era ancora stipendiati da un datore di lavoro straniero e con conseguente trasferimento all’estero.
Le problematiche legate a una richiesta di mutuo con busta paga estera non sono di facile soluzione. Può anche capitare che nei requisiti non sia specificata questa difficoltà e che si palesi poi quando si va alla fase di valutazione dei documenti (vedi anche Mutuo rifiutato).
Tra le poche possibilità che si hanno per superare l’empasse ci potrebbe essere la presentazione di garanti che hanno reddito maturato e percepito in Italia, ma comunque bisogna sempre parlare in modo chiaro con la banca e farsi consigliare. Ovviamente si tratta di una condizione che dovrebbe essere messa subito in chiaro dalla banca (addirittura fin dalla simulazione in filiale) e specificata nei requisiti che sono accettati o che sono rifiutati in modo da poter decidere al meglio in base alle proprie necessità.