I mutui ponte si sono affermati in un momento in cui il mercato immobiliare si confermava sempre più effervescente. Ma data la loro particolarità non hanno trovato spazio nelle offerte delle principali banche italiane e,tranne qualche piccola eccezione, sono stati proposti soprattutto da società straniere.
Questo genere di mutui serve per traghettare i proprietari di un immobile nelle fasi che vanno da una vendita ad un acquisto senza che l’alienazione dell’immobile attuale si sia ancora perfezionata, e senza che si abbiano quindi le disponibilità economiche necessarie. Il vantaggio principale dei mutui ponte risiede logicamente nel fatto che con la loro stipula non si è costretti a svendere la propria abitazione se capita di trovarne un’altra che non si intende farsi scappare.
Tuttavia non si tratta di una soluzione “economica” sotto vari punti di vista, non da ultimi i costi notarili collegati alle iscrizioni di ipoteca, oltre che gli interessi abbastanza elevati da corrispondere. Inoltre non si possono sfruttare le agevolazioni fiscali legate all’acquisto dell’abitazione principale, a meno che non ricorrano le ipotesi specifiche.
La banca erogatrice finanzia il richiedente che è già proprietario per procedere all’acquisto dell’altra casa, accendendo di norma una doppia ipoteca: una sulla casa da acquistare e l’altra sulla casa di proprietà (sulla quale ci può già essere un’ipoteca collegata al mutuo che si sta pagando).
Una volta acquistata casa la banca dà il via libera per la cancellazione dell’ipoteca (a spese del proprietario). Come rimborso quindi il mutuatario si troverà a pagare le rate del mutuo ponte, che sono di soli interessi per il periodo pattuito nel contratto (la media è di 24 mesi) durante il quale si ha tempo per vendere la precedente abitazione ed estinguere il mutuo. Se non si realizza la vendita durante questo lasso di tempo, allora ci si troverà a pagare le rate di due mutui, di cui uno ancora completamente da rimborsare.
Come detto, i pochi mutui ponte proposti sono via via scomparsi, ed oggi ci sono pochissime società che li propongono (ad esempio una società di Bnp ma per gli immobili in francia). Ma, in ogni caso, non rappresentano la sola soluzione in queste situazioni.
Si può, ad esempio, cercare un accordo con il venditore, pattuendo per la parte di prezzo di cui non si dispone, una dilazione di pagamento (magari accordandosi su un tasso di interesse basso) garantita da una fidejussione bancaria, con l’impegno, una volta venduta la propria abitazione, di estinguere per intero il debito.