Le poche banche che prevedono la possibilità di erogare un mutuo ai lavoratori atipici o precari, impongono la stipula di polizze di assicurazione sul mutuo per la perdita dell’impiego. In un periodo di incertezza dal punto di vista lavorativo, questa pratica, si è comunque molto diffusa, sostenuta da una parte dalle banche che vogliono aumentare le proprie tutele, a fronte di un livello di sofferenze bancarie che cresce di anno in anno, e dall’altra dalle persone che non vivono più con certezza il mantenimento del proprio impiego anche se a tempo indeterminato. Tuttavia non tutte le polizze sono valide, come hanno tristemente dimostrato alcuni fatti di cronaca abbastanza recenti.
Per prima cosa bisogna dare un giudizio di “convenienza” su questo tipo di scelta. Infatti per tutta la durata del mutuo si dovranno pagare i premi dell’assicurazione sulla perdita dell’impiego. Per valutare la convenienza basta considerare il tipo di copertura di cui si potrà disporre (in media le assicurazioni coprono il pagamento del premio per un anno, ma solo in alcuni casi l’assicurato non dovrà restituire in tutto od in parte le rate di mutuo pagate in questo lasso di tempo).
Quindi bisogna considerare l’ipotesi di stipula di una polizza con copertura totale o parziale, e vedere le eventuali restrizioni riportate nel contratto. Tra queste solo il caso di licenziamento per giusta causa o licenziamento volontario sono sempre previste e difficilmente superabili, mentre tutte le altre vanno sempre evitate.
Per prima cosa bisogna confrontare differenti polizze, ricordando che non si è tenuti ad accettare quelle proposte dalla stessa banca. Un’idea sull’offerta del mercato può essere fatta attraverso l’apposita sezione presente sul sito dell’Ivass, che è costantemente aggiornata. Una volta trovata la polizza considerata migliore (vedi anche Migliore polizza scoppio ed incendio)si deve, come detto, controllare il tipo di restrizioni od esclusioni. A riguardo c’è da tenere presente che alcune polizze coprono solo determinati impieghi, ed in molti casi sono esclusi i lavoratori precari o atipici.
Purtroppo sono stati registrati tanti casi in cui per leggerezza della “banca intermediaria” venivano stipulate polizze che non prevedevano il tipo di copertura giusta e non offrivano la tutela di cui realmente si aveva bisogno. La compagnia di assicurazione non è tenuta a controllare che ciò che offre sia corrispondente a ciò di cui ha bisogno l’assicurato, per cui questo genere di polizze è legale, anche se si paga per un tipo di tutela di cui non si potrà usufruire. Una volta fatto questo genere di controllo, non rimane che valutare il peso economico dei premi.
Infine bisogna considerare che le coperture assicurative vengono fatte fino al raggiungimento di un’età massima (in media pari a 75 anni, ma che può essere anche inferiore). Perciò la durata della polizza non va fatta coincidente con quella del mutuo (se si supera questa età), oppure se supera il momento in cui si andrà in pensione: sarebbero solo soldi regalati alla compagnia di assicurazione.