Il bonus elettrodomestici e il bonus mobili sono da considerare oggi (2019) come la stessa cosa, in quanto attingono alla stessa agevolazione, coprono insieme lo stesso importo massimo detraibile, e richiedono sia gli stessi presupposti che gli stessi adempimenti (fatta eccezione per la comunicazione obbligatoria all’Enea che è subentrata dal 2018 in poi). Fatta questa doverosa precisazione vediamo per prima cosa quali beni vi possono rientrare.
Indice articolo
L’Agenzia delle Entrate, sulla propria guida, ha specificato che si possono portare in detrazione le spese sostenute fino alla fine del 2019 per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici legate ad un immobile sottoposto a ristrutturazione. Nel particolare gli elettrodomestici devono però essere di classe energetica almeno pari ad A+, fatta eccezione dei forni per i quali si parte da A. Ci riferiamo specificatamente all’anno 2019 visto che ovviamente le spese sostenute nel 2017 andavano portate in detrazione nel 2018, quelle del 2018 nella dichiarazione dei redditi del 2019, e così via.
In modo molto generico sono detraibili gli acquisti di quegli elettrodomestici che riportano l’etichetta energetica mentre per i mobili è ricompreso tutto ciò che rientra nell’arredo come mobilio, compresa l’illuminazione (non sono agevolabili gli acquisti di porte, parquet, tendaggi e altri tipi di complementi di arredo).
Per i soli elettrodomestici che rientrano nella tipologia di forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici, e asciugatrici, se si vuole sfruttare il bonus bisogna seguire anche l’apposita procedura per dare comunicazione dell’acquisto all’Enea entro 90 giorni dalla fine lavori di ristrutturazione o collaudo sul sito ufficiale detrazioni Enea.
Il bonus elettrodomestici può arrivare fino a 10 mila euro. Questa somma rappresenta la spesa massima che si può sostenere ai fini dell’agevolazione e sulla quale si applica la detrazione del 50% (quindi al massimo vengono restituiti 5 mila euro). Tuttavia il limite dei 10 mila euro non è per contribuente, ma per singola unità abitativa dove a seguito di lavori di ristrutturazione sono stati fatti acquisti di mobili o elettrodomestici. Quindi si può sfruttare il beneficio per ogni unità abitativa sulla quale sono stati fatti i lavori di ristrutturazione che danno accesso al bonus senza cumulo di sorta. La restituzione della detrazione avviene in 10 rate annuali.
Approfondimento: Detrazione mutui di ristrutturazione.
Come già accennato in precedenza gli acquisti del 2019 dovranno essere relativi a lavori di ristrutturazione conclusi alla fine dello stesso anno, mentre per la detrazione si dovrà attendere la dichiarazione dei redditi 2020. E’ inoltre necessario che l’inizio dei lavori avvenga prima della spesa per elettrodomestici o mobili, mentre le spese di ristrutturazione potranno essere sostenute anche successivamente. Ma attenzione: il tutto deve essere dimostrato in modo certo grazie alle autorizzazioni.
Aggiornamento del 30 ottobre 2019. Bonus Mobili ed elettrodomestici hanno ricevuto l’ok dal Governo anche per il 2020, con le stesse aliquote e caratteristiche.
Per quanto riguarda la tipologia di immobile ristrutturato questo deve essere per forza a uso residenziale. Può invece essere sia una unità abitativa singola, che un condominio (approfondimento: Mutuo condominiale). In questo secondo caso i condomini usufruiscono della detrazione pro quota loro spettante e solo per i complementi di arredo delle parti comuni ristrutturate. Il tipo di arredo non è condizionato per i privati dall’ambiente ristrutturato (può quindi essere anche relativo ad un ambiente diverso). Invece per i lavori di ristrutturazione sono previste alcune limitazioni che differiscono a seconda della tipologia di richiedente il beneficio.
Nel particolare:
E’ necessario per avere accesso al bonus che l’acquisto dei mobili o degli elettrodomestici, avvenga con sistemi di pagamento elettronici rintracciabili (sono comunque esclusi gli assegni). Quindi il pagamento dovrà essere fatto con un bonifico (che non deve essere per forza quello parlante, ma può essere anche un bonifico ordinario) oppure l’uso di carta di credito oppure di una carta di debito.
Se l’acquisto avviene con un finanziamento a rate, non si perde il diritto alla detrazione ma solo se il pagamento dalla finanziaria al venditore avviene usando i mezzi accettati anche per gli acquisti da privati (per lo più verrà utilizzato il bonifico). N.B. E’ necessario che il contribuente finanziato abbia una copia della ricevuta di pagamento.
E’ necessario dimostrare che si hanno tutti i presupposti per la detrazione, per cui si devono esibire e/o conservare:
Lo scontrino con codice fiscale dell’acquirente con le stesse caratteristiche e informazioni della fattura può essere ugualmente accettato. Da specifica dell’Agenzia delle Entrate è possibile che anche uno scontrino che non riporti il codice fiscale possa essere fruibile per la detrazione. In questo caso il richiedente deve essere però univocamente collegabile all’acquisto stesso grazie ad esempio ad un estratto conto che specifichi la corrispondenza con lo scontrino riportando la medesima ora, giorno ed esercizio dove è stato effettuato l’acquisto dell’elettrodomestico in questione.
N.B. Se sono rispettate tutte le condizioni esposte prima, sono validi anche gli acquisti che sono stati fatti all’estero.