Il ruolo della certificazione energetica ha assunto connotati di importanza crescente negli ultimi anni, ed ha avuto il bisogno di una serie di correttivi per varie ragioni. Quella principale è stata dettata dalla necessità di doversi adattare ad una direttiva europea, a livello nazionale, senza trascurare il ruolo del federalismo delle varie Regioni ed Enti per quanto riguarda l’Italia. Differenze che hanno un effetto sul costo da sostenere, ma lasciando fermi alcuni punti fondamentali.
Così come la ACE e la AQE sono degli attestati differenti, lo stesso vale per la APE. Le nuove costruzioni sono accompagnate dall’attestato di qualificazione energetica (AQE) con il quale chi ha seguito i lavori (quindi manca il carattere dell’indipendenza del giudizio), riassume le caratteristiche secondo le quali è stato costruito l’edificio.
E’ un attestato che viene rilasciato al costruttore (vedi Mutuo costruzioni) per dare indicazioni sul “valore” dell’immobile in funzione del consumo energetico. Questo attestato obbliga ugualmente il venditore od il locatore a fornire l’attestato di prestazione energetica (APE), che viene invece rilasciato da certificatori energetici indipendenti.
L’Ape va a sostituire l’Ace, (l’attestato di certificazione energetica introdotto a partire dal 2005 e rimasto in vigore fino al 2013, anno in cui con nuovi decreti attuativi è stato sostituito appunto dall’APE). La sostituzione non è avvenuta solo a livello nominativo, ma anche da un punto di vista tecnico e pratico. Quello che è rimasto in comune è la “classificazione” per classi energetiche, anche se i criteri secondo i quali queste vengono calcolate è diventato più complesso, completo e sofisticato.
Nella redazione dell’Ape il tecnico abilitato deve fare obbligatoriamente un sopralluogo, e prendere in considerazione molti più fattori rispetto a prima del 2013. Inoltre è stata introdotta l’assoluta nullità di tutti quei contratti di vendita, donazione, o locazione che non siano accompagnati dall’Ape, oltre che l’applicazione di sanzioni molto salate (da un minimo di 300 euro a un massimo di 18 mila euro).
L’obbligo sussiste anche nei contratti di affitto breve (vedi Pagare il mutuo con l’affitto), con pochissime eccezioni, che riguardano le caratteristiche dell’immobile stesso.
I criteri secondo i quali procedere alla redazione della certificazione energetica dipendono dalle indicazioni delle varie Regioni (in alcune è accettato il solo formato digitale grazie all’introduzione della firma digitale). Il costo è molto variabile perché dipende dai vari criteri, dalle differenti province (i prezzi di Milano sono differenti da quelli di Roma, ad esempio), dai vari comuni e dalle tipologie di edifici.
A questo si aggiunge un’assenza di tariffario minimo che è regolato dai vari ordini professionali coinvolti, e dalla libertà di definizione dei costi da ciascun certificatore. E’ quindi consigliato richiedere differenti preventivi.