Come uscire dai debiti se si è senza soldi? Può sembrare una situazione disperata e senza via di uscita ed invece ci possono essere differenti alternative, a seconda che si tratti di debiti con Equitalia, di gioco o con banche e finanziarie. Vediamo insieme alcune possibili soluzioni.
Oramai la moratoria per potersi vedere ridotte le sanzioni e annullati gli interessi legali o di mora è agli sgoccioli. La scadenza infatti per presentare la domanda era il 15 maggio 2018. Di positivo c’è il fatto che si è trattato della seconda moratoria in pochi anni, per cui non è escluso che per il futuro ci saranno provvedimenti simili.
Detto questo, e non potendo conoscere le reali intenzioni del legislatore, quindi come possiamo uscire dai debiti che si hanno con l’ex Equitalia (considerato il passaggio di consegne all’Agenzia delle Entrate Riscossione)?
Ecco 4 consigli pratici:
Il gioco è un problema serio che può indurre grandi difficoltà quando si vuole sistemare la propria situazione economica. Qui le alternative non sono molte ma qualcuna c’è. In particolare il primo passo è quello di chiedere aiuto e dare prova di voler risolvere la questione. Un aiuto si può ottenere chiedendo alla Caritas, oppure alle grandi stazioni della Polizia (commissariati) ed infine cercando aiuto nelle associazioni dei consumatori o quelle che si occupano proprio delle problematiche di chi soffre di ludopatia.
Visto che la dipendenza da gioco è riconosciuta come vera e propria patologia è possibile riferirsi anche al tribunale (per la precisione ad un giudice tutelare) per l’indicazione di un amministratore di sostegno. Questa figura può coadiuvare i familiari e lo stesso giocatore giocatore/malato anche nelle problematiche economiche conseguenza dei debiti di gioco. Valgono comunque alcuni dei consigli sopra indicati soprattutto quelli relativi all’analisi dei debiti realmente dovuti (prescrizione, errori nelle cartelle, ecc)
Le grandi difficoltà economiche hanno portato ad un aumento dei suicidi. Questo ha indotto il governo a porre rimedio attraverso alcuni interventi legislativi. Nel particolare quando ad essere sovraindebitato è un privato, inteso come un soggetto non fallibile, è possibile far ricorso alla legge sul sovraindebitamento. Si tratta del già citato piano del consumatore previsto nella legge salva suicidi, che permette di raggiungere un risparmio fino all’80% del dovuto.
Quando i debiti si hanno con una banca o una finanziaria, si può cercare anche la via del saldo e stralcio (ad esempio quando il piano del consumatore non è utilizzabile). In entrambi i casi è consigliato rivolgersi a consulenti, professionisti e associazioni specializzate in queste questioni. Tra l’altro può succedere che il debito, almeno per una buona parte, non sia dovuto poiché ‘figlio’ di tassi usurari oppure di pratiche di anatocismo.
Per vedere se si rientra in questa condizione bisogna farsi fare una perizia econometrica specifica (nella maggioranza dei casi questa viene fatta gratis, quindi è meglio diffidare di chi si fa pagare anche per questa pratica). Anche in questo caso ci si può rivolgere, tra gli altri, alle associazioni dei consumatori che sono diventate attive promuovendo talvolta delle vere e proprie class action.
Infine, se la ragione del sovraindebitamento è il non avere più un reddito (ad esempio disoccupazione o morte del principale portatore di reddito in famiglia) può essere utile ricorrere alla moratoria (approfondimento: Guida moratoria mutui). Non significa liberarsi del debito, ma rinviare la questione e la necessità di rimborso in un secondo momento, evitando che la banca inizi a seguire le azioni di esecuzione forzata e sperando che la situazione migliori nei mesi successivi.