La normativa italiana non indica alcuna limitazione per l’accesso ai mutui, né per categoria e né per tipologia di finalità. Quindi nelle offerte delle banche è spesso possibile trovare proposte di mutuo per lavoratore autonomo, sia per l’acquisto della casa che per l’ufficio o un esercizio commerciale. L’unico limite si ha per il tipo di mutuo: quello ipotecario va bene anche per l’acquisto di immobili che non siano ad uso residenziale, mentre il fondiario solo se si tratta di una “casa”.
Nella prassi però il mutuo per lavoratore autonomo viene concesso con parametri differenti rispetto a quelli utilizzati per i dipendenti e notevoli differenze si hanno anche in caso di richiesta di sospensione del pagamento delle rate.
La prima cosa da sapere è che non tutte le banche prevedono un mutuo per lavoratore autonomo che voglia comprare un ufficio o un immobile che non rientri nell’uso residenziale. Quindi per prima cosa ci si deve accertare del tipo di mutuo presente nell’offerta delle banche selezionate (le grandi come Unicredit, Bnl, Cariparma hanno comunque proposte complete) chiedendo preventivi per accertarsi che i parametri applicati alla concessione rendono la richiesta fattibile.
Il secondo passo è quello di individuare il tipo di offerta più adatto, considerando che nel caso di un mutuo di acquisto, ristrutturazione o costruzione le uniche cose che cambiano rispetto alla richiesta di chi è con busta paga sono:
I tassi di interesse invece nel caso di un mutuo concesso ad un lavoratore autonomo per l’acquisto della casa non sono più elevati rispetto a quelli applicati ai dipendenti, per cui nella sostanza non si hanno cambiamenti. Tuttavia non sono previste forme di mutui “agevolati” in senso stretto.
L’arrivo della crisi ha portato alla nascita di una serie di accordi di moratoria sia privati (tra Abi e associazioni dei consumatori) che voluti dai governi. Tra i provvedimenti più noti c’è stato il fondo di solidarietà Consap. Tuttavia le varie moratorie private hanno quasi sistematicamente escluso proprio chi è lavoratore autonomo, concedendo l’accesso solo ai dipendenti che hanno perso l’impiego (anche in cassa integrazione), subito problemi di salute o invalidità grave tale da non permettere il percepimento di un reddito precedente.
Questo fino alla legge di Stabilità che ha esteso tale possibilità anche a chi è titolare di partita Iva. Non solo sono stati inclusi sia mutui che prestiti e sia per questioni personali che per l’attività svolta (piccole e medie imprese). Tuttavia nella fase attuativa sono state introdotte modifiche che ne hanno limitato la portata, e da qui c’è stata la scelta di alcune associazioni dei consumatori di non firmare il piano attuativo che, come previsto dal testo di legge, rimandava proprio ad un accordo tra associazioni e Abi. Se si vuole aderire bisogna informarsi presso la propria banca e controllare che ci siano le ipotesi e i requisiti previsti dalla legge stessa, ricordando che si tratta di una sospensione che è stata ristretta a 12 mesi.