Sono bastate cinque parole per rivoluzionare il mercato del credito dal punto di vista della trasparenza e della correttezza dei comportamenti adottati dalle banche e dalle finanziarie. Queste cinque parole sono Standard European Consumer Credit Information meglio note con l’acronimo Secci, anche se in Italia sarebbe più corretto utilizzare l’acronimo IEBCC che sta per Informazioni Europee di base sul credito ai Consumatori. Questo è infatti il titolo del provvedimento con il quale è stata recepita la relativa direttiva europea, che è entrata in vigore dal 1 giugno del 2011.
Il principio di base è semplice: perché si possa decidere di perfezionare un contratto di finanziamento bisogna avere tutte le informazioni necessarie per valutarne la convenienza. Quindi con l’entrata in vigore del modulo Secci le banche e le finanziarie sono obbligate a fornire al richiedente una serie di dati obbligatori che sono:
Per garantire l’adeguamento da parte degli istituti di credito, ma allo stesso tempo la facilità di lettura da parte dei finanziati/consumatori, è stato deciso che questo genere di informazioni vengano fornite in modo “standardizzato”, ovvero sulla base di moduli che devono avere delle caratteristiche comuni e, tra l’altro, facilmente confrontabili.
In questo modo, con un confronto molto più semplice dei preventivi, la valutazione della convenienza avviene in modo molto più diretta.
L’obbligo di uso del modulo Secci vale ormai per ogni banca che finanziaria. Tuttavia mentre le grandi banche e le principali finanziarie (come Unicredit, SanPaolo, Findomestic, Compass) si sono adeguate, spesso capita ancora che le realtà più piccole non lo abbiano ancora fatto.
Tuttavia trattandosi di un diritto dei consumatori, bisogna pretendere che la società alla quale ci si rivolge ne faccia uso. Per conoscere le caratteristiche del modulo secci, al di là di modeste differenze applicate dalle varie banche o finanziarie, si possono semplicemente consultare i siti di quelle più grandi.