Buongiorno,
io e mia moglie siamo intestatari di un appartamento a testa (siamo in separazione dei beni).
Vorremmo chiedere un prestito di 40000 euro per ristrutturare l’appartamento di mia moglie che ha un valore di 250000 mila euro, mettendo come garanzia un’ipoteca sull’appartamento intestato a me, del valore di 100000 euro. Le banche ci chiedono una firma a garanzia di mia moglie. Ora poiché mia moglie non ha alcun reddito ritengo che questa richiesta sia un po’ troppo garantista da parte della banca. E’ una richiesta lecita visto che comunque con il mio reddito rispondo ai limiti delle banche?
Cordiali saluti
Buongiorno,
la richiesta avanzata dalle banche è lecita per due ragioni: la prima è dovuta al fatto che, dato che siete in separazione di beni, lei, che metterebbe un’ipoteca sul suo immobile, non ha alcun “interesse” diretto sull’appartamento di sua moglie (sarebbe bastata una quota minima per tranquillizzare qualsiasi banca) e nessuna possibilità legale di interferire sulla sua amministrazione (vedi anche Conseguenze divorzio in mutuo cointestato).
Ovviamente la stessa cosa vale per sua moglie. Infatti il regime di separazione dei beni è pensato per mantenere separati i regimi patrimoniali dei coniugi. Il secondo aspetto, strettamente connesso al discorso della liceità, è invece imputabile al fatto che la banca, come “privato”, ha tutto il diritto di tutelarsi per ridurre il rischio di mancato pagamento, che allo stato attuale delle cose potrebbe verificarsi (ad esempio in caso di separazione legale, il coniuge che ha reddito può essere costretto a versare gli alimenti all’altra parte, riducendo la disponibilità per il rimborso delle rate del mutuo).
Molto probabilmente la banca le ha chiesto la firma come terzo datore di ipoteca, così da creare, almeno per il finanziamento in questione, quel legame che al momento non esiste (in caso di difficoltà sua moglie sarebbe chiamata a intervenire con il suo patrimonio).
Da sottolineare infine che per il mutuo o prestito ristrutturazione casa, indipendentemente dalla banca a cui ci si rivolge (da Unicredit a Banco di Napoli, Mps, Bnl o Poste Italiane), tra i documenti richiesti ci sono quelli relativi ai preventivi che riguardano i lavori fatti su un altro immobile rispetto a quello messo in garanzia e che, data la somma richiesta, con ogni probabilità bisogna optare per un mutuo che sfrutta lo stato avanzamento dei lavori e versamento delle quote di mutuo a tranche.