Prima di acquistare o vendere una casa si vorrebbe avere la certezza di non ritrovarsi di fronte un immobile sovrastimato (nel caso dell’acquisto) o sottostimato (nell’ipotesi della vendita). Proprio per questo ci si riferisce alle quotazioni immobiliari, con tutti i limiti che però li caratterizzano (vedi anche Rendita catastale ). Nella pratica, quindi, quali sono i canali che si possono utilizzare?
Partire dal presupposto che le quotazioni immobiliari siano “oggettive” è sbagliato per una serie di condizioni che incidono in modo maggiore nei centri più piccoli, e in quelli periferici delle grandi città come Roma e Milano. Inoltre, visto che è il mercato che fa il prezzo, per avere un’idea più attinente alla realtà, il sistema migliore rimane quello di ‘farsi un giro’ per le agenzie della zona e controllare gli immobili più simili al proprio (fermo restando che c’è sempre una variazione imposta anche da ciò che il venditore vorrebbe come prezzo). Se invece non si ha tempo da spendere in questo modo, allora si possono controllare quelle che periodicamente vengono pubblicate dall’Omi (osservatorio immobiliare collegato all’Agenzia delle Entrate) insieme ai valori riportati sul sito del Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali). Purtroppo per alcune zone, o nel caso di immobili di un certo pregio queste strade si dimostrano perfettamente inutili, quindi ci si deve affidare ad agenzie specializzate proprio per questo tipo di immobili di prestigio.
Il più grande limite che si incontra, nel momento in cui si cercano delle quotazioni immobiliari di mercato, è dovuto al fatto che ci si rivolge forzatamente a valori medi, calcolati a partire da un minimo e un massimo a loro volta rilevato dall’ufficio studi preposto (vedi anche Perizia e stima notarile ). Ciò comporta l’impossibilità di avere una visuale completa del mercato e rischia di far perdere di vista dati importanti e utili ai fini di una reale e puntuale valutazione,. Inoltre le pubblicazioni dei dati non vengono fatte giornalmente, ma per periodi che vanno dal mese o addirittura un intero semestre (come nel caso dell’Omi), senza l’introduzione di criteri che permettano di destagionalizzare i dati, o almeno contestualizzare le variazioni dei prezzi in funzione di una data stagione (come avviene nelle zone meta di vacanza).