Intorno alla convenienza dei tassi sui mutui ci sono tantissime speculazioni, anzi, spesso la sensazione che si ha è che ognuno fa i propri interessi, o che non si conosca bene ciò di cui si sta parlando. Vediamo insieme come capirne di più e quali sono le cose importanti a cui fare attenzione per scegliere al meglio in base alle proprie necessità.
Quando si parla del proprio denaro il primo passo è quello di informarsi il più possibile. Per essere aggiornati sui tassi si possono consultare i siti ufficiali che offrono questo tipo di servizio, come il Sole 24 Ore, solo per citare una tra le fonti più utilizzate. Detto questo, almeno per quanto riguarda i mutui, può non essere molto utile sapere con precisione i tassi applicati oggi (per esempio 18 Febbraio 2020), perché è ormai risaputo che il tasso che applica una banca al finanziamento viene stabilito:
Quindi, se sono alla ricerca di un mutuo, per me sarà più importante cercare di capire quali sono le previsioni per un futuro più o meno immediato, ferme restando tutte le limitazioni che una previsione può avere in ambito finanziario (tanto sui tassi dei mutui che per l’andamento di un titolo in borsa).
In quest’ambito, infatti, le informazioni e i dati sui quali si basa l’ipotesi sono storici (quindi passati) o legati a eventi che non sempre è detto che si verificheranno nella misura delle nostre attese.
Innanzitutto dobbiamo fare una distinzione all’interno delle possibili previsioni e cioè:
Ricapitolando, cercare di fare una scelta ‘economicamente conveniente’ sui tassi di oggi è inutile oltre che dannoso, perché ci sono moltissime considerazioni da fare prima di passare alla mera convenienza. Quello che però risulta evidente in questo inizio di anno, 2020,è che le banche, grandi come Unicredit, Intesa Sanpaolo e Bnl, e più piccole come quelle “cooperative”, stanno seguendo un orientamento differente rispetto a quello condotto fino ad oggi: una forte spinta verso il tasso fisso, che ovviamente non rimarrà ai minimi storici di questo periodo per sempre.
Allo stesso modo può risultare molto singolare la scelta dell’ex Inpdap di qualche anno fa di abbassare il tasso fisso anche dei mutui già in essere, portandoli tutti a 2,95% (per la prima casa), senza graziare solamente i mutui che sono in dirittura di arrivo.
Il dato più importante e, soprattutto, quello che in qualche modo condiziona anche le politiche delle banche oggi, è quello della sostenibilità, che deve essere valutata in un periodo di tempo non breve. Un approccio miope è infatti altamente dannoso. Il tasso variabile è quindi da escludere sempre e comunque?
Assolutamente no, per il semplice fatto che i tempi in cui nell’arco di pochi mesi un tasso poteva andare completamente fuori controllo sono ormai alle spalle.
Indubbiamente i tassi risaliranno, ma non con un ritmo tale da poter impensierire i mutuatari, almeno per i prossimi 10 anni. Oltre sicuramente sarebbe meglio valutare un tasso fisso a meno di avere una rata molto comoda da rimborsare (vedi anche Meglio un mutuo tasso fisso o variabile?). Di contro, come detto poc’anzi, il tasso fisso è ai minimi storici ed è difficile immaginare, secondo gli esperti, in futuro una situazione simile a quella odierna.
Perciò come valutare il paradosso per il quale le banche spingono in modo evidente verso il tasso fisso, proponendo (non solo con promozioni), tassi fissi pari a quelli variabili? Semplicemente perché è meglio avere clienti capaci fin da subito di rimborsare il proprio mutuo (quindi non a rischio di aumentare le sofferenze e aggravare i conti), e poco propensi in un futuro a fuggire con una surroga (visto che quelle passive sono sempre un costo e una perdita).
Nell’ottica di un mutuatario, non bisogna invece rinunciare a una certa flessibilità di gestione, considerato che il mutuo è un impegno che si prolunga per periodi lunghi, per cui poterlo adattare ai cambi di scenario che non possono mancare, può rendere più semplice e anche meno gravoso dal punto di vista economico, il rimborso.
Con un tasso fisso che difficilmente si rivedrà per almeno un cinquantennio, meglio se per durate di massimo 20 anni (per l’effetto degli interessi composti), indubbiamente si è arrivati a uno di quei rari casi in cui si è davanti ad un tasso adatto veramente a tutti.
Per chi non è ancora convinto sul possibile andamento futuro dei tassi mutui può essere interessante valutare anche un mutuo con opzione. Questa tipologia di finanziamento, a scadenze prefissate (ad esempio 2, 3 o 5 anni), permette infatti al mutuatario di decidere se andare avanti con le stesse condizioni (normalmente un tasso fisso di partenza) oppure passare ad un tasso variabile in modo da sfruttare al meglio le variazioni del mercato. Nella maggioranza dei casi, però, questi mutui scontano condizioni iniziali (tassi e spread) meno interessanti rispetto ai tassi offerti con mutui più tradizionali dallo stesso istituto di credito.