I tassi promozionali sui mutui si possono rivelare più un rischio che un opportunità. Perché? Cosa guardare per stare tranquilli? Nella guida seguente ti spieghiamo tutto.
L‘immagine che si riesce a dare, e l’appeal e la curiosità che si riescono a suscitare sono alla base di ogni business, per cui per le banche, anche quando si tratta di mutui, il discorso non è per nulla diverso. Tuttavia quando si chiede a delle persone di indebitarsi per lunghi periodi, a costi comunque mediamente elevati, i margini su cui lavorare per attirare nuova clientela non sono molti.
Ma dato che viviamo in un Paese nel quale le banche non hanno mai lavorato a favore della diffusione di una “cultura” creditizia, la leva sulla quale si concentrano le attività di marketing sono interamente incentrate sul tasso di interesse, che è l’elemento che salta subito all’occhio dei potenziali clienti. Ma allo stesso modo, molto spesso, con pratiche non propriamente corrette a livello commerciale, dietro a questi tassi promozionali si nascondono non poche insidie.
Per tassi promozionali vanno intesi quei tassi che una banca decide di accordare alla propria clientela per un periodo di tempo limitato. L’orizzonte temporale può a sua volta riguardare il caso in cui si usufruirà di tassi più bassi rispetto a quelli applicati di norma dalla stessa banca per prodotti molto simili o addirittura identici, ma solo per un periodo di tempo definito contrattualmente (ad esempio 6 mesi, due anni ecc, prima che il tasso torni a “regime”).
Oppure può riguardare un tasso più basso che verrà mantenuto per l’intera durata del piano di ammortamento, ma che varrà solo per coloro che decideranno di aderire alla proposta entro dei tempi molto ristretti (ad esempio entro due mesi dal lancio della promozione). Esistono anche delle situazioni ibride, ovvero una via di mezzo tra queste due scelte. Ciascuna soluzione può prevedere non poche insidie, che andiamo a vedere in modo più specifico.
In questo caso per capire se il tasso promozionale porta a dei veri vantaggi economici (ipotesi abbastanza rara nella pratica), bisogna procedere ad un calcolo di convenienza che non è sempre di semplice attuazione. Infatti gli interessi pagati all’inizio vengono calcolati sull’intero capitale da rimborsare, mentre quelli a regime vengono pagati su un capitale residuo più basso, perché in parte questo è stato già rimborsato (anche se in minima parte).
Spesso le banche enfatizzano questo aspetto, sottolineando che i tassi più bassi, anche se pagati per un periodo di tempo notevolmente inferiore, vengono calcolati su una quota capitale maggiore rispetto a quelli a regime che sono però più elevati.
Nella pratica invece il differenziale del mutuo rimborsato nemmeno compensa il ritorno a tassi di interesse a regime, che a ben guardare sono addirittura maggiori di quelli che vengono mediamente applicati nel mercato. Per capire se c’è possibilità di risparmiare, bisogna ignorare i tassi promozionali, e confrontare i soli tassi a regime con quelli della media di mercato.
Quando i tassi promozionali rimangono bassi per l’intera durata del contratto, essendo al di sotto della media praticata dalle banche, il vantaggio economico è evidente, ma anche in questo caso non mancano eventuali incrinature dei benefici.
Spesso le banche stabiliscono dei tempi di adesione molto ristretti, e nella maggior parte dei casi i richiedenti che hanno aderito, arrivano ben oltre tali termini, per cui devono fare i conti con tassi nella norma e comunque più elevati a quelli a cui si ambiva.
Il disagio è evidente, ma ritrovandosi nella necessità di rispettare i tempi pattuiti con il venditore, ci si ritrova nella condizione di dover accettare le nuove condizioni. Per questo genere di tassi bisogna controllare che nel preventivo non vi siano restrizioni temporali legati alla concessione del mutuo, una volta aderito nei tempi previsti dalla promozione stessa (non bisogna credere alle promesse che tanto di tempo ce n’è abbastanza perché spesso ci si trova a fare i conti con brutte sorprese).
In questi casi, indipendentemente dal tempo necessario per giungere alla delibera del mutuo, si ha la certezza che le condizioni a cui si è aderito non cambieranno.
Non ha importanza che una proposta di mutuo a tassi completamente fuori dal mercato provenga da una banca grande e rinomata, o da una banca semisconosciuta. Se i tassi eccessivamente bassi non sono giustificati da particolari situazioni (ad esempio convenzioni o accordi specifici, ecc), bisogna sempre diffidare di questi che sono tassi di “imbocco” che servono per attirare clientela che non otterrà assolutamente quanto promesso o sperato in principio. Sono i classici specchietti per le allodole.
Insomma se ci si trova davanti a una di quelle situazioni, per le quali viene naturale pensare che “sarebbe troppo bello per essere vero” bisogna essere molto critici e controllare: tassi (Tan e Taeg sia per i vari periodi che in generale), costi periodici e una tantum, modalità di calcolo di spese di istruttoria e di gestione, spese di incasso rid, vincoli e limitazioni durante l’ammortamento (mantenimento di somme minime vincolate, del conto corrente deciso dalla banca e qualsiasi altra forma di vincolo) e il prezzo delle eventuali penali applicate. Quasi sempre ci si rende conto che si tratta di una soluzione che di conveniente non ha assolutamente nulla.